Rapporto Lef, l’imposta sulle persone fisiche grava sempre più su lavoratori dipendenti e pensionati, mentre diminuisce il contributo dei redditi d’mpresa, di partecipazione e degli altri redditi. Sostanzialmente stabile il lavoro autonomo. Unica inversione di tendenza nel biennio 2006-2007.
di Lelio Violetti
L’Irpef, la principale imposta del sistema tributario italiano grava per circa l’82% sui redditi di lavoro dipendente e pensione con una crescita nel periodo 2003-2009 di circa il 2%. Nello stesso periodo cala il peso percentuale del reddito d’impresa, quello di partecipazione e gli altri redditi, mentre si mantiene sostanzialmente stabile il contributo percentuale del reddito di lavoro autonomo. E’ quanto emerge da un rapporto di Lef sull’Irpef. Il reddito dichiarato dai contribuenti italiani passa da 655 miliardi del 2003 a 783 mld del 2009. Una crescita alimentata sostanzialmente da lavoro dipendente, che passa da 344,5 mld del 2003 a 416,5 mld del 2009, e pensioni che passa da 177,3 mld a 223,3 mld. Meno significativo l’apporto degli altri redditi: il lavoro autonomo passa da 27,4 mld a 33,6 mld, quello d’impresa scende da 30 mld a 29,6 mld e quello di partecipazione passa da 33,7 mld a 35,2 mld. Mentre i redditi di lavoro dipendente e quelli di pensione registrano una crescita costante, gli altri redditi sono caratterizzati da un andamento meno regolare con una crescita più accentuata nel biennio 2006-2007 e un calo nel biennio successivo. Il peso del lavoro dipendente e delle pensioni resta dominante anche nelle classi di reddito più elevate che potrebbero essere interessate da un aumento delle aliquote attualmente al 41% e al 43% che riguardano rispettivamente i redditi da 55.000 a 75.000 euro e quelli oltre i 75.000 euro.
Il lavoro dipendente, per tutto il periodo considerato pesa più della metà. Si va dal 52,59% del 2003 al 53,18% del 2009 con una crescita nel periodo 2003-2005, un leggero calo nel 2006 e una ripresa della crescita nel periodo successivo. Andamento analogo per il reddito di pensione che rappresenta per tutto il periodo oltre un quarto del totale. Si va dal 27,07% del 2003 al 28,51% del 2009 con una crescita nei primi 3 anni un leggero calo nel biennio 2006-2007 e una ripresa della crescita nel 2008-2009. Le due componenti, lavoro dipendente e pensioni, concorrono all’Irpef in maniera crescente con un peso che passa dal 79,66% del 2003 all’81,66% nel 2009.
Il lavoro autonomo, che nel complesso del periodo analizzato si mantiene sostanzialmente stabile, dal 4,19% del 2003 al 4,30% del 2009, registra un significativo incremento nel biennio 2006-2007 toccando in quest’ultimo anno la punta massima del 4,94%. Il reddito d’impresa registra nel periodo considerato un calo dal 4,58% del 2003 al 3,79% del 2009. Anche in questo caso si registra una significativa crescita nel biennio 2006-2007 quando il reddito d’impresa si colloca leggermente sopra la soglia del 5%. In calo anche il reddito di partecipazione che passa dal 5,16% del 2003 al 4,5% del 2009, con una punta massima nel biennio 2006-2007 quando si colloca al 5,54% e al 5,45% rispettivamente. Gli altri redditi nel complesso del periodo registrano un leggero calo dal 6,41% del 2003 al 5,72% del 2009.
E’ significativo notare che il peso del lavoro dipendente e delle pensioni resta dominante anche nelle classi di reddito più elevate che potrebbero essere interessate da un aumento delle aliquote attualmente al 41% e al 43% che riguardano rispettivamente i redditi da 55.000 a 75.000 euro e quelli oltre i 75.000 euro. In particolare nella classe di reddito attualmente colpita dall’aliquota al 41% le due componenti ammontano a circa il 70% con il lavoro dipendente al 51% e le pensioni al 19%, mentre oltre i 75.000 euro e fino a 200.000 il peso scende al 60% con il lavoro dipendente al 50% e le pensioni al 10%. Oltre i 200.000 euro le due componenti si collocano al 50% con il lavoro dipendente al 45% e le pensioni al 5%.
Dal rapporto emerge con chiarezza la discontinuità rappresentata dal biennio 2006-2007. A fronte di una crescita costante dei redditi in termini assoluti si registra un calo del peso percentuale dei redditi di lavoro dipendente e pensione compensato dai redditi di lavoro autonomo, d’impresa e di partecipazione. Un fenomeno che emerge con ancora maggiore chiarezza se mettono a confronto le percentuali di incremento del Pil con quelle delle 6 tipologie di reddito analizzate. Dal raffronto emerge che mentre l’andamento dei redditi di lavoro dipendente , pensione e altri redditi è in linea con quello del prodotto lordo, diverso è l’andamento di lavoro autonomo, impresa e partecipazione. Nel dettaglio le tre tipologie di reddito nel 2006 crescono con percentuali a due cifre. Nel 2007 solo il lavoro autonomo mantiene tale andamento, mentre nel 2008 e 2009 si registra una brusca inversione di tendenza con decrementi significativamente maggiori di quelli subiti dal Pil.
Dai dati emerge che a fronte di una crescita del Pil intorno al 4% il reddito di lavoro autonomo cresce del 10,36% nel 2006 e del 12,66% nel 2007. Il reddito d’impresa e quello di partecipazione registrano la maggiore crescita nel 2006 con un incremento rispettivo del 17,38% e del 13,87%. Nel biennio 2008-2009 mentre i redditi di lavoro dipendente sono in linea con l’andamento del Pil e quelli di pensioni crescono più del Pil gli altri redditi registrano decrementi a due cifre.
E’ più che probabile che tale crescita sia attribuibile in larga parte alla compliance spontanea conseguente alla introduzione di norme antievasione particolarmente severe ed efficaci volute dal governo Prodi con il dl 223 del 2006, che hanno dato centralità al tema dell’evasione fiscale nella politica del governo. Si tratta, in particolare, delle disposizioni sulla tracciabilità dei pagamenti e dei conti dedicati per professionisti e lavoratori autonomi in genere, all’introduzione dell’elenco clienti e fornitori Iva per le imprese, alla previsione della trasmissione telematica dei corrispettivi da parte della grande distribuzione e dagli esercenti di vendita al consumo.
Per contro i decrementi dei redditi di lavoro autonomo, impresa, e partecipazione registrati nel 2008 e 2009 sono stati in parte determinati dalle norme introdotte dal governo Berlusconi col dl 112 del 2008 che di fatto ha cancellato la normativa antievasione introdotta dal governo Prodi e ammorbidito il sistema sanzionatorio. Più in generale ha contribuito anche l’aspettativa di un atteggiamento più compiacente con gli evasori, come scelta di politica fiscale del governo di centrodestra.