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venerdì 24 Ottobre 2025
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Maradona e il fisco: Cassazione accoglie ricorso degli eredi e rimanda giudizio a commissione tributaria Campania

A tre anni dalla morte di Diego Armando Maradona i giudici della Cassazione hanno accolto il ricorso degli eredi contro una presunta evasione fiscale che si aggira sui 37 milioni di euro. A dare la notizia sono il Messaggero e il Mattino. La vertenza è legata ai compensi versati dal Napoli al campione argentino nella seconda metà degli anni Ottanta. In pratica nei pagamenti dei diritti di immagine su conti nel  Liechtenstein da parte di due società straniere si configurò un’evasione fiscale, all’epoca quantificata in 40 miliardi di lire, poi lievitata negli anni a 37 milioni di euro.

Ma ora la sezione tributaria della Cassazione (presidente Roberta Crucitti) ha accolto il ricorso discusso dall’avvocato Massimo Garzilli, che rappresenta Diego Armando Maradona con l’avvocato Angelo Pisani, rimandando tutto alla commissione tributaria della Campania, che dovrà esprimersi nuovamente sulla vicenda. In caso di giudizio negativo definitivo, l’eventuale debito residuo in sospeso ricadrebbe sulle spalle degli eredi.

Una storia di ricorsi e sequestri

Si tratta di una vicenda che dagli inizi degli anni Novanta va avanti tra ricorsi e sequestri, come quello dei due orologi Rolex in oro che la Guardia di Finanza prelevati a Maradona nel 2006 appena atterrato all’aeroporto di Capodichino. I legali del campione argentino invocarono l’autotutela, chiedendo che fosse esteso anche a lui il condono e l’estinzione del debito di cui, per la stessa vicenda, avevano beneficiato il Napoli e altri due giocatori azzurri ovvero Alemao e Careca.

Le commissioni tributarie provinciale e regionale rigettarono i ricorsi. Di qui la scelta di andare in Cassazione. Il Messaggero ricorda che già l’11 marzo 2021, la Cassazione aveva stabilito che il calciatore argentino avrebbe potuto beneficiare del condono e che i giudici di merito avrebbero dovuto valutare la sua posizione tributaria solo per il debito eventualmente residuo nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Come è stato confermato anche nell’ultimo pronunciamento. “Accoglie il ricorso principale e rinvia alla Corte di Giustizia tributaria di secondo grado della Campania, cui demanda di provvedere anche sulle spese del giudizio di legittimità”, è scritto nella decisione della sezione tributaria della Cassazione emessa prima di Natale.

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