Msc aveva spostato fittiziamente l’attività di vendita dei pacchetti crocieristici in Svizzera per evadere il fisco. Con questa accusa, il Tribunale di Napoli ha disposto il sequestro preventivo di 33,3 milioni.
Nel mirino sono finiti Pierfrancesco Vago e Francesco Zuccarino, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Msc Crociere. Al primo è contestato il reato di omessa dichiarazione dei redditi, al secondo quello di dichiarazione infedele. Secondo il procuratore aggiunto della procura partenopea, i vertici della compagnia avrebbero messo un piedi “una stabile organizzazione occulta che non ha dichiarato redditi realizzati nel territorio nazionale per circa 38 milioni di euro, cui corrispondono imposte evase per oltre 10,7 milioni di euro”. Per l’azienda, che ha già avviato un dialogo con le autorità fiscali, le accuse sono “del tutto infondate e in palese dispregio delle norme internazionali sul settore marittimo”.
{jcomments on}
Trasferimento fittizio. L’indagine risale all’ottobre 2006, quando la Msc Crociere spa, con sede a Napoli, modifica il proprio oggetto sociale: da tour operator diventa intermediario dei trasporti. Un riassetto che consente all’azienda di trasferire l’attività di gestione dei pacchetti di viaggio alla Msc Crociere S.A., con base operativa a Ginevra. Solo formalmente, però, perché nel frattempo i compiti e le funzioni restano saldamente sotto la direzione di Napoli, ragione per cui i redditi maturati sarebbero soggetti alla tassazione italiana.
Sottofatturazioni. Nel mirino della Procura ci sarebbe poi una seconda questione, relativa a presunte sottofatturazioni che l’azienda marittima avrebbe presentato per evadere le tasse. In sostanza, la Msc Crociere Spa avrebbe sgonfiato i ricavi della società elvetica allo scopo di sottrarre i redditi scaturiti dalla base imponibile, che rivalutata al valore “normale” ammonterebbe, per il periodo compreso tra il 2007 e il 2012, a oltre 75 milioni di euro. Una frode che, secondo gli inquirenti, avrebbe permesso alla compagnia di evadere 22,6 milioni di imposte dirette.
Msc: “noi in regola”. Immediata la risposta dell’azienda: “la convenzione fiscale in vigore tra Italia e Svizzera per evitare le doppie imposizioni prevede espressamente che – contrariamente a quanto stabilito per una qualunque attività d’impresa – i redditi che una società svizzera consegue specificamente dal trasporto marittimo internazionale siano tassati esclusivamente nella Confederazione elvetica indipendentemente dall’esistenza o meno di una stabile organizzazione in Italia”. A maggior ragione Msc, che “fa parte del Gruppo Mediterranean Shipping Company, secondo operatore di navi portacontainer a livello mondiale con sede in Svizzera dal 1974”.