La Duomo Gpa era arrivata a gestire la riscossione dei tributi per più di 800 enti, compresa la Regione Lombardia. Poi però sono arrivate le inchieste della magistratura e il crac della società con sede in viale Sarca 195. I vertici della srl, dichiarata fallita il 21 dicembre 2018, sono stati accusati dai pm Mauro Clerici e Stefano Civardi di aver distratto parte dei fondi che venivano versati dai contribuenti sui conti correnti privati dei manager. Due i comportamenti contestati: la truffa ai danni dell’Erario e l’ammanco nei bilanci delle amministrazioni locali; il progressivo prosciugamento delle casse aziendali, fino all’inevitabile default. In totale, sarebbero stati sottratti circa 8 milioni di euro, compresi i 40mila che sarebbero stati spesi per pagare un personal trainer e i 140mila usati per acquistare orologi di pregio, oggetti in oro, borse e vestiti.
Oltre ai risvolti penali per i dirigenti finiti alla sbarra ora iniziano ad arrivare pure le sentenze della Corte dei Conti. La prima in Lombardia è stata emessa nei giorni scorsi, e li ha condannati a versare 113mila euro al Comune di Pieve Fissiraga, in provincia di Lodi, per risarcire l’omesso versamento di una parte del canone di concessione per il 2015. Assolto, invece, l’ex direttore operativo, mai indagato in sede penale.
Per quanto riguarda il Comune di Limbiate La Duomo Gpa, che ha gestito il servizio di riscossione dei tributi dal 2011 al 2017 per conto dell’Amministrazione comunale, dovrà versare all’ente pubblico 1,1 milioni di euro. La Corte dei Conti della Regione Lombardia, con una sentenza depositata nei giorni scorsi, ha dato piena ragione al Comune condannando chi ha gestito la società alla restituzione dell’ingente cifra.Era stato creato un sistema illecito basata sulla manomissione del programma di gestione dei tributi minori, denominato “Parsec”, mediante una procedura algoritmica che, applicata ai database “dgpal2” e “dgpal3”, consentiva di alterare e falsificare le scritture contabili da presentare ai Comuni.
In questo modo la Duomo Gpa tratteneva una cifra superiore rispetto a quella prevista dal contratto, che prevedeva un “aggio” del 19% rispetto all’incassato, ai danni degli enti pubblici. Questa “giochetto” è costato al Comune di Limbiate il mancato versamento di 1,1 milioni di euro di imposte riscosse tra il 2012 e il 2017 ma la città è in ottima compagnia visto che sono almeno 800 i Comuni italiani, di cui 216 nella sola Lombardia, ad essere finiti nella rete della Duomo Gpa. La società, nel 2017 dichiarata fallita e radiata dall’albo, non solo aveva derubato il Comune di Limbiate ma aveva anche ottenuto risultati ben al di sotto delle attese. In cinque anni infatti era riuscita a far introitare al Comune solo un milione 14mila euro, pari all’11,4% degli 8milioni 852mila euro che complessivamente non erano stati pagati dai contribuenti considerando le sanzioni del codice della strada, la tassa rifiuti e le entrate patrimoniali. Ben diversi erano stati invece i risultati ottenuti da Equitalia che, tra il 2000 e il 2010, aveva riscosso il 26,4% dei 9,1 milioni complessivi.
A gestire il servizio oggi è la Sorit spa. “Abbiamo sempre creduto in questa azione legale contro la Duomo Gpa – commenta il sindaco Antonio Romeo – e la Corte dei Conti ci ha dato ragione. Non posso dire che sono contento perché avrei senza dubbio preferito che la comunità limbiatese non fosse mai stata derubata di oltre un milione di euro”. Anche perché la restituzione del maltolto non sarà imminente. “I tempi – aggiunge il primo cittadino – saranno molto lunghi anche se speriamo che la rilevanza nazionale della vicenda possa accelerare l’iter”.