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sabato 3 Maggio 2025
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Fisco, sistema deduzioni e detrazioni Irpef poco organico e scarsamente incisivo

Una miriade di minisconti che rendono il sistema farraginoso, complesso e poco incisivo. Il meccanismo delle deduzioni/detrazioni Irpef messo in piedi in Italia non ha eguali negli altri paesi sviluppati. Lef ha realizzato una analisi dei sistemi di agevolazione legati all’imposta sulle persone fisiche mettendo a confronto il nostro paese con Francia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. La filosofia di fondo del legislatore italiano sembra essere quella di dare un pochino a tutti per non scontentare nessuno. A livello di numerosità in Italia si contano 47 tipi di deduzioni/detrazioni, tante rispetto agli altri Stati. Il sistema ormai sembra prigioniero di un modo di legiferare che affastella norme sulla spinta di un dibattito politico contingente e legato alle più svariate richieste corporative. Emerge sempre più la mancanza di un disegno organico in grado di realizzare un intervento ordinatore in grado di riportare una maggiore logica nel sistema. Lo stesso intervento ipotizzato dal governo in materia con la legge di stabilità e le successive modifiche che il Parlamento si appresta a introdurre lungi dal ricondurre il sistema ad una maggiore coerenza finisce per accentuarne la complessità. Manca insomma una regia che indirizzi e selezioni l’intervento privilegiando quei settori che si vuole agevolare per sostenere o lo stato sociale o lo sviluppo economico. Per dare maggior valore alla comparazione il sistema di deduzioni/detrazioni esistente nei paesi analizzati è stato inquadrato all’interno dei due principali meccanismi che regolano l’imposizione: tipologia dei redditi da dichiarare e aliquote attraverso cui si determina l’imposta. In merito ai risultati della comparazione si rileva che rispetto ai sistemi di deduzione/detrazione in vigore negli altri paesi esaminati quello italiano privilegia l’intervento a pioggia con una miriade di misure di dettaglio che vanno a coprire numerosi aspetti del settore agevolato. Addirittura, a livello di numerosità, nel nostro paese si contano 47 tipi di deduzioni/detrazioni contri i 33 presenti negli Usa, dove alcune hanno una origine storica e riguardano pochissimi contribuenti (come le Spese professionali dei membri della Guardia Nazionale o le Spese di educatore professionale). Un dato quest’ultimo che evidenzia come la suggestione secondo cui in America sia tutto deducibile non ha alcun fondamento reale. Anzi il 65% dei contribuenti americani opta in dichiarazione per le deduzioni forfetarie e non per quelle analitiche e non conserva, pertanto alcuna documentazione.

Dalla comparazione emergono altri due rilevanti aspetti: il primo riguarda la base imponibile e il secondo il valore delle aliquote applicate. Per quanto riguarda la determinazione dell’imponibile a base del calcolo dell’imposta progressiva si rileva che non concorrono alla formazione della nostra, rispetto alle altre, i redditi derivanti da attività finanziarie sottoposti, tranne pochissime eccezioni, a ritenuta alla fonte forfetaria a titolo definitivo. C’è anche da rilevare che mentre negli altri paesi si cerca di far rientrare all’interno dell’imposizione progressiva qualsiasi tipologia di reddito, in Italia, al contrario, l’imposta sostitutiva è stata estesa agli affitti degli immobili (cedolare secca) e ai contribuenti all’inizio della loro attività economica (minimi). A questo va aggiunto che gran parte del lavoro autonomo e dell’impresa artigianale e commerciale in Italia fa riferimento per la determinazione del reddito agli studi di settore, anche questa una specie di forfetizzazione di quanto dichiarare. In merito alle aliquote le nostre risultano in linea con quelle applicate nel Regno Unito e in Spagna. Sono superiori a quelle francesi e sono assai più alte di quelle in vigore negli USA.

Occorre, tuttavia, rilevare che tutti i sistemi in vigore negli altri quattro Paesi prevedono dei consistenti abbattimenti dell’imponibile generalizzati per tutti i contribuenti, in particolare:

– la no tax-area e le agevolazioni personali (personal allowance) nel Regno Unito;

– il minimo personale e familiare in Spagna;

– il quoziente familiare in Francia;

– i quattro diversi metodi di determinare l’imposta negli Stati Uniti.

Anche quantitativamente o meglio in relazione agli sconti d’imposta effettivamente concessi ai contribuenti, infine, il nostro sistema di deduzioni/detrazioni risulta a confronto con quello degli altri paesi esaminati fortemente squilibrato, costoso e in definitiva poco efficace. Nel nostro sistema le detrazioni per carichi di famiglia pesano sull’imposta per il 5,75%, a fronte del quoziente familiare in Francia; del 30% sull’imposta del minimo personale e familiare in Spagna; dei diversi metodi di calcolare l’imposta e dell’11,87% sull’imponibile per familiari a carico negli USA. Non è possibile in quest’ambito il confronto con il Regno Unito dove il sostegno alla famiglia avviene attraverso trasferimenti monetari direttamente alla famiglia. Occorre tuttavia rilevare che il valore del 5,75% va considerato assieme al 21,17% del peso percentuale sull’imposta delle detrazioni per lavoro dipendente, pensione e redditi assimilati. È probabilmente questa percentuale di oltre il 20% sull’imposta che non è in equilibrio con quella delle detrazioni per carichi di famiglia, anche tenendo conto che tutte queste detrazioni, specificità solo italiana, decrescono al crescere del reddito.

Altra peculiarità del nostro sistema è la detraibilità dall’imposta d’una percentuale (nella maggioranza dei casi il 19%) dell’onere sostenuto. Questo meccanismo, seppur equo in quanto garantisce lo stesso sconto per tutti i contribuenti, nella sostanza ha portato ad un proliferare delle spese deducibili, che solo in un caso tra quelle deducibili al 19% (spese sanitarie) superano l’1% dell’imposta. Lo stesso meccanismo della detraibilità con una percentuale del 36% è stato utilizzato per le spese destinate alla ristrutturazione edilizia, esempio di agevolazione che fa scattare il contrasto d’interesse facendo emergere base imponibile. In questo caso il peso della detrazione è piuttosto alto ed è pari allo 0,9% dell’imposta. C’è da chiedersi se effettivamente a fronte d’un costo per lo stato così alto si è registrata effettivamente una riduzione dell’evasione nel settore delle costruzioni edili.

In conclusione la comparazione evidenzia che è necessario ed urgente riorganizzare gradualmente non solo il sistema delle deduzioni/detrazioni, ma l’intera struttura del prelievo della nostra imposta sul reddito delle persone fisiche con interventi che portino ad un ampliamento delle basi reddituali sottoposte ad imposta progressiva, ad uno sfoltimento del sistema di agevolazioni e all’abolizione delle detrazioni decrescenti al crescere del reddito. Nell’ambito del sistema delle deduzioni/detrazioni è anche necessario definire una strategia d’intervento che concentri l’attenzione solo su quei settori sociali ed economici che è produttivo agevolare con il fisco. In quest’ambito sarà necessario, infine, prevedere un riequilibrio della tassazione a favore della famiglia o attraverso il sistema delle deduzioni/detrazioni o attraverso trasferimenti monetari diretti (assegni familiari) o ricorrendo a sistemi differenziati di aliquote, come quello americano. Nel caso si voglia ricorrere per sostenere la famiglia al sistema Usa o a quello francese, il modello USA che prevede l’adozione di tabelle di aliquote differenziate per tipo di dichiarazione (singola, per coppia, per coppia che dichiara separatamente e per singolo con figli) sembra la via più semplice ed efficace per raggiungere l’obiettivo. Più complessa appare l’introduzione nel nostro sistema del quoziente familiare sull’esempio francese.

Si prospetta, pertanto, per il governo politico che verrà eletto nella primavera del 2013 la necessità e l’obbligo di rifondare l’Irpef con un intervento a lungo termine di legislatura.

Oltre a diminuire il peso dell’Irpef sui contribuenti onesti con azioni che aumentino l’adesione spontanea all’obbligo (la “compliance”) e riducano l’area dell’evasione sarà necessario, sulla base anche di quanto emerso da questa comparazione:

– allargare il campo d’azione della progressività;

– sfoltire, mirare e semplificare la concessione delle deduzioni/detrazioni;

– rendere piatte le detrazioni decrescenti al crescere del reddito complessivo;

– stabilire all’interno di ogni tipologia di agevolazione limiti minimi e massimi per usufruirne senza ricorrere a franchigie e tetti generalizzati che rendono iniquo il prelievo;

– riequilibrare il rapporto fra sostegno alla famiglia e all’individuo a favore del primo.

di Lelio Violetti

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