Il patron di Luxottica ha scelto di pagare chiudendo definitivamente il contenzioso che aveva coinvolto nel 2006 la finanziaria di famiglia Delfin.
La transazione conclude un contenzioso instauratosi nel 2006, quando la Delfin, finanziaria della famiglia Del Vecchio, che controlla Luxottica con il 61,35%, viene spostata in Lussemburgo ed emette azioni privilegiate per la ripartizione dei dividendi. Gli utili maturati non vengono incassati da Del Vecchio, ma entrano comunque nel mirino dell’Agenzia delle Entrate, che li considera in essere dal 2006 e pertanto soggetti all’obbligo di tassazione in Italia. Di diverso avviso gli avvocati della Delfin, che invece escludono danni o sottrazioni di imponibile recati all’erario, non avendo Del Vecchio riscosso ancora il dividendo. Una vicenda giuridicamente complessa, che il patron di Luxottica ha voluto risolvere anzitempo, versando l’assegno multimilionario al fisco e archiviando così la controversia in sede penale, dove sarebbe stata comunque prescritta, in quanto risalente al 2006.
{jcomments on}
Quello tra Del Vecchio e l’Agenzia delle Entrate è il secondo incontro ravvicinato in pochi anni: già nel 2009 proprio alla Delfin fondatore dell’azienda bellunese era stata comminata una maxi-multa che aveva portato la società a versare all’erario 300 milioni di euro per una presunta elusione fiscale. Oggetto della contesa era stata la creazione di una società di comodo in Germania, all’interno della quale, secondo il fisco, Del Vecchio faceva transitare utili e plusvalenze per godere di un regime impositivo più favorevole. Anche in quel caso Del Vecchio, 71esimo uomo più ricco al mondo secondo Forbes, decise di pagare, concludere la vertenza ed evitare ulteriori strascichi giudiziari.