Finisce in carcere il reporter Kostas Vaxevanis per aver pubblicato sul suo magazine “Hot Doc” una lista di 2.059 nomi di cittadini greci che hanno depositato soldi in Svizzera evadendo il fisco.
Il giornalista ed editore greco Costas Vaxevanis, finisce in carcere con l’accusa di aver violato la privacy per aver pubblicato sul suo periodico “Hot Doc” la lista di 2.059 cittadini greci che avrebbero in segreto da anni conti bancari in Svizzera mai dichiarati al fisco ellenico. Lo ha deciso il tribunale di Atene. I nomi sono quelli contenuti nella cosiddetta “lista Lagarde”, ovvero l’elenco segreto di nomi di correntisti greci della banca elvetica Hsbc reso noto da un dipendente. I nominativi, contenuti in un cd, erano stati consegnati nel 2010 dall’allora ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde (ora direttore del Fmi), all’allora ministro greco delle Finanze Giorgos Papacostantino, ma da allora il cd si era misteriosamente volatilizzato. Di recente le autorità di Atene ne avevano richiesto e ottenuto una copia.
La notizia dell’arresto era stata data dallo stesso Vaxevanis su Twitter: “Adesso la polizia sta entrando in casa con un magistrato. Stanno per arrestarmi. Passate parola”. Ha descritto gli agenti inviati a prenderlo come “una milizia fascista”. “Invece di arrestare gli evasori fiscali e i ministri che avevano nelle mani la lista, adesso arrestano la verità e la libertà di stampa”, ha scritto infine. Ora si aspetta conferma se la lista dei 2.059 nomi pubblicati su Hot Doc corrisponda a quella fornita da Lagarde. Stando a quanto pubblicato da Vaxevanis, nella lista ci sarebbero i nomi dell’ex ministro ed attuale presidente del Parlamento, Giorgos Voulgarakis (Nea Dimokratia) e di altri due politici, uno dei quali deceduto. Voulgarakis ha comunque categoricamente negato che il proprio nome possa trovarsi sulla ‘lista Lagarde’ e ha accusato Vaxevanis di “disinformazione e diffamazione” affermando via Twitter di non aver mai avuto ”compagnie off-shore né conti all’estero”. Ma dall’elenco di Hot Doc risulta che il presidente del Parlamento è titolare dal 2003 di un conto presso la Hsbc che non figura nella sua dichiarazione dei redditi.